I 3 modi per costruire un ambiente di lavoro ibrido inclusivo secondo Google

Google fornisce una piccola linea guida su come poter rendere inclusivo un ambiente di lavoro ibrido, ossia costituito da dipendenti “in presenza” e da remoto.

Con l’arrivo del Covid-19 si è diffuso fortemente il lavoro a distanza, ossia da remoto prevalentemente nel proprio ambiente domestico.

Questo ha gettato le basi per una riformulazione di un nuova visione lavorativa in cui i dipendenti delle aziende che lavorano in sede hanno bisogno di interfacciarsi con chi per esigenze diverse ha continuato a lavorare da remoto.

Non solo, questo tipo di esperienza nata da necessità sanitarie, ha posto le basi per una visione più ampia del proprio team, facendo quindi allargare gli orizzonti sulla ricerca delle proprie risorse lavorative nella propria azienda.

Quindi ora non è difficile vedere la richiesta “possibilità da remoto” nelle varie offerte di lavoro, dando la possibilità quindi al dipendente di poter espandere la propria ricerca non più a zone limitrofe, ma anche in luoghi molto lontani senza la necessità di un eventuale trasferimento.

Un fattore secondo noi molto positivo, proprio perché è possibile così arricchire le proprie competenze e la propria azienda con contributi sempre maggiori e apporti differenti.

Ovviamente questo processo ha portato quindi alla domanda: come fare per rendere il proprio posto di lavoro inclusivo anche per chi lavora “da casa”?

Come rendere possibile un rapporto di completa interazione tra il dipendente che abbiamo in sede, e il collaboratore che segue i nostri progetti ma a 100km di distanza?

Google ci viene in aiuto dandoci 3 consigli da seguire per rendere inclusiva la nostra azienda verso chi collabora da lontano.

1- Crea pari di condizioni di collaborazione, ossia chiedi un parere a chi lavora da remoto sulle decisioni prese in sede perché lavorare in ufficio non deve oscurare il contributo dato da un dipendente ovunque si trovi. Utilizza degli strumenti interattivi per promuovere l’inclusione durante le discussioni come per esempio condivisione schermo, sondaggi, chat, alzate di mano, sottotitoli in tempo reale per agevolare i dipendenti con disabilità uditiva, domande e risposte. Inoltre cerca di rendere le riunioni il più accessibili possibile, per esempio se il tuo dipendente si trova in un posto con un fuso orario differente, registra le tue riunioni in modo che possano essere viste successivamente.

2- Sviluppa un’infrastruttura che incoraggi i dipendenti a sostenersi tra di loro, per esempio individua la piattaforma giusta per creare luoghi di scambio e interazione dei dipendenti in modo che possano parlare del loro vissuto personale, ricevere sostegno e creare l’energia giusta per fare team. Organizza sessioni di yoga online, summit di sviluppo professionale, momenti di condivisione e arricchimento reciproco.

3- Crea ambienti lavorativi flessibili che vadano incontro alle diverse esigenze, sia quando la persona ha bisogno di un momento di isolamento per concentrarsi che di comunicazione per collaborare a un progetto, magari costruendo all’interno della tua azienda dei pannelli di lavori modulari che possano essere spostati in base alle esigenze lavorative, oppure consentire di lavorare all’aperto, magari a contatto con il verde.

Di sicuro abbiamo attraversato anni socialmente e lavorativamente molto duri che hanno presentato incertezze e sfide, ma ci hanno anche dato la possibilità di cambiare gli schemi di un sistema lavorativo molto rigido e chiuso.